L’intervista al comandante Saipem in occasione della Giornata del Marittimo 2022

 

La navigazione e i racconti del mare portano con sé il fascino di un mondo fatto di scoperte, sfide e incontri inaspettati. In questi scenari prendono forma le vicende personali dei viaggi dei marittimi: percorsi di vita in mare le cui tappe rimangono impresse come impronte sulle pagine dei libretti di navigazione.

Come ogni anno, il 25 giugno l’Organizzazione Marittima Internazionale celebra la Giornata del Marittimo, che per l’edizione 2022 ha scelto il tema “Il viaggio tra passato e presente”. Come Saipem abbiamo voluto ricordare questa ricorrenza condividendo il viaggio del comandante Stefano Fanciulli che, nelle righe che seguono, ci racconta il suo percorso, dagli inizi della carriera fino all’attuale incarico sulla SAIPEM CONSTELLATION.

 


 

«Sono nato in un paese in cui il mare è vita. Fin da piccolo lo sognavo, e ora eccomi qua: 44 anni che sono per mare e 22 al comando». Nato a Monte Argentario in provincia di Grosseto nel 1961, il comandante Fanciulli ha iniziato la propria carriera nel 1981 sulla flotta di petroliere Snam.

Quali ricordi e sensazioni le evoca ritornare con la mente ai giorni del suo primo imbarco?

Conservo un ricordo limpido di quei momenti, soprattutto dello stupore che provai quando salii su una nave che era lunga più di 300 metri e larga 60. La scuola ti dà una base teorica ma la vita in mare è molto diversa, e fu proprio sulle petroliere Snam che iniziai a capire veramente che cosa significasse “navigare” e quanto fosse importante intraprendere il percorso giusto per diventare un buon Ufficiale: seguire gli insegnamenti dei superiori e riflettere accuratamente prima di prendere decisioni.

Nove anni dopo passa a Saipem e si imbarca sul CASTORO 5. È stato un bel cambiamento?

Decisamente. In Snam ero Primo Ufficiale, ma accettai di ricominciare come Secondo Ufficiale perché sapevo che si trattava di un lavoro molto diverso: l’unità posa tubi CASTORO 5, senza eliche e dalle geometrie rettangolari, era quanto di più lontano potessi immaginare dalle tradizionali navi della marina mercantile. Ricordo ancora che, quando arrivai a bordo, vidi sotto la plancia un cartello con due frecce: una indicava la prua e l’altra la poppa. «In che nave sono finito?» mi chiesi, «se c’è persino bisogno di indicare dove sono la prua e la poppa…».

Al di là della nave in sé, anche tutto il resto era diverso. L’equipaggio arrivava a contare fino a 16 o 17 nazionalità diverse ed era composto sia da marittimi che da tecnici e professionisti che con il mare e la navigazione non avevano nulla a che fare. All’inizio non fu facile, ma mi appassionai presto e dopo solo un mese mi ritrovai capoguardia.

Nel 1992 è sul CASTORO SEI, che abbiamo recentemente dismesso. Che tipo di esperienza è stata?

Ho avuto l’onore di servire sul CASTORO SEI per otto anni; dico l’onore perché il CASTORO SEI era noto a tutti noi marittimi come “l’università delle ancore” per il complesso e sofisticato sistema di varo dei tubi consentito dalla movimentazione delle ancore: in altre parole, la nave si muoveva come un ragno lungo la posa dei tubi sfruttando la movimentazione delle ancore.

 

 

Navigando si incrociano le rotte di altre navi e inevitabilmente anche quelle di altre persone. Nella sua carriera quarantennale c’è stato un incontro particolarmente significativo per la sua vita?

Ho avuto la fortuna di incontrare tante persone che hanno contribuito alla mia formazione professionale, soprattutto in Saipem dove la specificità delle attività in mare richiede competenze non limitate all’ambito marittimo.

A questo proposito mi fa piacere nominare un comandante che ora è in pensione ma che credo molti ricorderanno. A Guido Schiappacasse, vero e proprio mentore, devo una parte fondamentale del mio percorso formativo a bordo del CASTORO SEI e della SAIPEM 7000, fino al raggiungimento del grado di Comandante.

Il passato e il presente: quale aspetto della vita di bordo ha visto cambiare di più?

Tanto è cambiato dal 1982 a oggi, ma sicuramente l’introduzione di nuovi e avanzati sistemi di comunicazione ha avuto un grande impatto sulla navigazione. Oggi a bordo delle unità navali c’è la possibilità di comunicare in tempo reale e l’insorgere di eventuali problemi durante le operazioni può essere gestito e risolto in modo più efficiente rispetto a 40 anni fa.

Qual è stata la sfida più grande che ha dovuto affrontare a bordo?

Risale all’ottobre 2019, quando mi trovavo nel Mediterraneo sulla SAIPEM 3000. Un elicottero era partito dalla nave con cinque persone a bordo (tre membri dell’equipaggio e due piloti), ma dopo venti minuti di volo era precipitato in mare a causa di un guasto. Insieme alle altre unità navali presenti nell’area abbiamo condotto l’operazione di soccorso, e dopo diverse ore siamo riusciti a localizzare i dispersi e portarli in salvo.

Non mi vergogno a dire che sono state le ore più difficili della mia vita. Ma anche in una situazione così grave, mi ha colpito la coesione, la disponibilità e la collaborazione degli operatori del mare. Non appena è scattato l’allarme, tutti si sono messi a disposizione e i comandanti delle navi presenti mi hanno contattato per dirmi: «Captain Fanciulli, tell us what we have to do». Questa è l’unione, la solidarietà che ti insegna la vita in mare.

Dal suo punto di osservazione privilegiato, quali competenze bisogna avere per gestire navi altamente specializzate come il CASTORONE o la SAIPEM CONSTELLATION?

Unità come queste richiedono indubbiamente conoscenze e competenze tecniche di livello molto avanzato, ma credo che la cosa più importante sia formare e gestire un team di lavoro che sia in grado di rispondere e intervenire prontamente. Per fare questo, un buon Comandante deve riuscire a identificare le doti dei singoli membri del suo equipaggio traendo il meglio da ciascuno di loro.

Se potesse incontrare il sé stesso “Allievo Ufficiale di Coperta”, quale consiglio gli darebbe?

Fare un percorso chiaro e cosciente fin da Allievo Ufficiale è la chiave per porre solide basi nel nostro lavoro. Sbagliare è semplicemente umano, ma riconoscere, correggere e imparare dai propri errori è di vitale importanza.

Programmi per il futuro?

Tra qualche anno andrò in pensione e allora mi aspetta un nuovo lavoro: fare il nonno a tempo pieno.

 


 

Le tappe di una carriera lunga quarant’anni

1981 - 1990: sulle petroliere Snam Fanciulli percorre tutta la carriera da Allievo Ufficiale di coperta a Primo Ufficiale.

Dicembre 1990: viene assunto in Saipem.

Febbraio 1991: si imbarca sulla posa tubi CASTORO 5 come Secondo Ufficiale.

1992 - 1999: lavora sul CASTORO SEI inizialmente come Secondo Ufficiale e poi come Primo Ufficiale.

1999 - 2000: entra nel mondo del dynamic positioning con un training che inizia sulla SAIPEM 7000 e si conclude sulla SAIPEM 3000.

2000 - 2011: la SAIPEM 3000 è il primo mezzo di cui Fanciulli assume il comando. Vi opera fino al novembre 2011.

2012: viene assegnato al CASTORONE, ammiraglia della flotta posa tubi, durante la fase dell’allestimento a Singapore e al comando per diversi anni.

Oggi: è comandante a bordo della SAIPEM CONSTELLATION, una delle ultime unità acquisite da Saipem.